11 Nov Artrosi
2/4/17
Secondo l’Arthritis Foundation, con la dicitura “Artropatie” o “Malattie osteoarticolari,” si includono circa 100 differenti patologie, che colpiscono le articolazioni e sono frequentemente causa di dolore e limitazione funzionale. Quelle di tipo cronico-evolutivo e a evoluzione potenzialmente invalidante, affliggono in Italia circa 5,5 milioni di persone, con la seguente distribuzione:
• Osteoartrosi (70%),
• Reumatismi extra-articolari (12,7%),
• Artrite reumatoide (7,4%),
• Spondilite anchilosante e altre spondiloenteso-artriti sieronegative (5,5%),
• Gotta e altre artropatie microcristalline (2%),
• Connettiviti (0,6%),
• Reumatismo articolare acuto o Malattia reumatica (0,01%),
• Altro (1,8%). L’artrosi rappresenta una delle principali patologie dell’età adulta e ha un importante impatto sulla qualità di vita dei pazienti; il principale bersaglio dell’artrosi è la cartilagine articolare con un successivo coinvolgimento dell’osso subcondrale e delle strutture periarticolari. È più frequente negli anziani con una leggera prevalenza nel sesso femminile e rappresenta, fra le sindromi dolorose, quella a più elevato costo sociale. Viene oggi considerata dai più come un gruppo eterogeneo di condizioni morbose, che finiscono con l’approdare ad un comune quadro istopatologico e radiografico. Il quadro clinico è fondamentalmente caratterizzato da dolore e limitazione funzionale che può evolvere verso la deformità con compromissione delle attività della vita quotidiana. L’artrosi si distingue in primaria e secondaria. La forma primaria riconosce una base genetica di predisposizione dell’individuo, su cui si inseriscono ulteriori fattori non chiaramente identificati; è più frequentemente localizzata alle mani e ha in genere, a riprova della base genetica, una trasmissione ereditaria da madre a figlia, con una penetranza incompleta nel sesso maschile. La forma secondaria è invece correlabile a chiari disequilibri dell’omeostasi articolare (eccesso ponderale, traumatismi articolari, pregresse fratture, deviazioni assiali, etc). Anche i reumatismi extra-articolari localizzati (tendiniti, borsiti,etc) hanno un importante impatto sulla qualità di vita dei pazienti; spesso posso essere spia di ulteriori sottostanti problematiche che il MMG deve assolutamente considerare al fine di poter correttamente effettuare il corretto inquadramento diagnostico e prescrivere gli accertamenti e la terapia ottimale.
L’artrosi è una malattia degenerativa dell’articolazione il cui primo bersaglio è rappresentato dalla cartilagine articolare, cui segue un interessamento dell’osso subcondrale. Clinicamente è caratterizzata dalla presenza di un dolore di tipo meccanico, dalla presenza di tumefazioni ossee (disassamenti, osteofiti), scrosci articolari e limitazione funzionale.
Il dolore meccanico, tipico dell’artrosi, è caratterizzato dalla presenza di un dolore che aumenta con il carico e si attenua con il riposo; si associa inoltre alla presenza di una rigidità mattutina di breve durata, massimo dieci minuti. L’identificazione delle caratteristiche del dolore è fondamentale per il corretto inquadramento del paziente con patologie osteo-articolari; in particolare la differenziazione principale deve essere fatta tra dolore meccanico, le cui caratteristiche sono sovra elencate, e infiammatorio; quest’ultimo è tipico delle artriti in generale e dell’artrite reumatoide in particolare. Le caratteristiche del dolore infiammatorio sono opposte rispetto a quelle del dolore meccanico: è caratterizzato, infatti, da un dolore maggiore a riposo, che migliora con il movimento e si associa a una rigidità mattutina protratta, superiore ai trenta minuti.
E’ importante segnalare che anche se l’artrosi è prettamente una patologia degenerativa, non è escluso il possibile interessamento della membrana sinoviale articolare, con lieve-modesta infiammazione (sinovite limitata); questa modesta infiammazione, assolutamente da NON confondere con quella dell’artrite reumatoide, è fondamentalmente la causa della comparsa di versamento articolare in corso di artrosi (esempio tipico: il versamento delle gonartrosi).
In una situazione del genere è fondamentale l’effettuazione di un’artrocentesi con esame del liquido sinoviale; il liquido sinoviale dell’artrosi ha, infatti, una viscosità conservata ed è caratterizzato dalla presenza di poche cellule, mentre quello dell’artrite ha una viscosità ridotta, effetto della maggiore infiammazione locale, e una cellularità aumentata (leucociti). Altra caratteristica da valutare durante l’esame microscopico del liquido sinoviale è la presenza di cristalli o di urato monosodico o di pirofosfato di calcio, al fine di escludere eventuali artriti microcristalline, che non solo possono entrare in diagnostica differenziale, ma anche complicare il decorso di un’artrosi. Altro dato da rilevare è come il riscontro di un’artrosi radiologica non sia di per sé sufficiente a etichettare un paziente con dolore articolare; infatti, non sempre l’artrosi, anche se radiologicamente evidente, è causa di dolore, essendo possibile una dissociazione tra entità del danno radiologico e intensità del sintomo. D’altra parte artrosi radiologicamente quasi irrilevanti possono essere causa di un’importante sintomatologia dolorosa.
Non è infrequente poi che il dolore artrosico possa essere irradiato. La (spondilo)artrosi, infatti, è tra le possibili cause di cervicobrachialgie e lombosciatalgie, per riduzione delle dimensioni dei forami di coniugazione, entrando quindi a pieno diritto nella diagnostica differenziale delle radicolopatie. D’altronde un dolore al ginocchio può anche essere sotteso da una coxartrosi, a indicare ulteriormente la complessità della valutazione dei pazienti artrosici.
Nell’ambito della diagnostica differenziale del dolore artrosico bisogno inoltre tenere conto della localizzazione del dolore. Se, infatti, colonna cervicale e lombare, anche, ginocchia, interfalangee prossimali e distali delle mani e articolazione trapezio-metacarpale sono frequentemente colpite dall’artrosi, altre localizzazioni come le spalle, le metacarpo-falangee, i polsi, e le tibio-tarsiche sono colpite in minor misura, dimostrando in alcuni casi un tropismo particolare per altre condizioni morbose che entrano in diagnostica differenziale con l’artrosi (metacarpo-falangee e polsi per l’artrite reumatoide, tibio-tarsiche per le spondiloartriti sieronegative e le artriti microcristalline, etc.).
In conclusione la diagnostica differenziale dell’artrosi implica una conoscenza approfondita delle varie problematiche osteoarticolari algiche, al fine di poter ottimizzare l’approccio terapeutico dei pazienti e ridurre l’impatto sociale di queste problematiche.